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    La moda femminile negli anni ’40: guida allo stile negli anni dello swing

    1024 768 admin

     

    Ti sei mai chiesta com’era la moda femminile degli anni ’40? Magari prima di una serata di ballo swing… o semplicemente una domenica pomeriggio mentre guardavi un vecchio film. Oggi vorrei parlarti proprio di questo, raccontarti curiosità, farti conoscere alcuni dei protagonisti dell’epoca, quindi… buona lettura.

    Gli anni ’40: l’era d’oro dello Swing

    Quella che oggi ricordiamo come la big band era dello swing è stato uno dei periodi più fortunati dal punto di vista musicale; nel giro di pochi anni furono decine le personalità che si imposero sui palchi delle maggiori sale da ballo degli Stati Uniti, creando un movimento tutt’oggi indimenticato. Ma è un’epoca che a tutti noi piace ricordare non solo per le canzoni di Benny Goodman e Glenn Miller, né tantomeno per le acrobazie di ballerini come Frankie Manning e Norma Miller.

     

    Gli anni ‘40 furono infatti molto importanti anche dal punto di vista dello stile e della moda: molti celebri stilisti si dichiarano tutt’oggi affascinati dall’atmosfera e dagli abiti di quegli anni, tanto che regolarmente si possono notare le influenze dell’epoca nei capi più ricercati del nostro presente; nelle righe a venire parleremo proprio di quel decennio, andando a ripercorrere la storia della moda nel periodo del massimo splendore del Lindy Hop!

    Moda e stile in tempo di guerra: coraggio e innovazione

    Lo stile iconico degli anni ‘40 è stato reso affascinante e immortale dalle dive del cinema: Ava Gardner, Rita Hayworth e le femme fatales dei film noir hanno contribuito non poco a renderlo memorabile e a cementarlo nel tempo. Ma per le persone comuni non è stato certo un periodo facile, considerato che la prima metà del decennio è stata occupata da un terribile conflitto: anni di austerità e di sacrifici hanno portato le donne a prendere il posto degli uomini in molti ambiti, costringendo anche il campo della moda ad adeguarsi. Nonostante ciò il settore se l’è cavata egregiamente, riuscendo a reinventarsi con uno stile interessante e innovativo

     

    Ad esempio, il razionamento delle stoffe e degli abiti hanno influito pesantemente sul vestiario della gente comune; ci si doveva arrangiare con gli abiti forniti dai governi, dove possibile, mentre altrove si riciclavano le stoffe e i vestiti dei militari: il verde oliva e il grigio diventavano colori dei quali fare di necessità virtù. Le calze diventarono merce rara e per questo molte donne si dipingevano le gambe con il thé, disegnandosi poi delle righe lungo le gambe per simulare delle cuciture. La necessità del riciclo aveva fatto diventare una vera e propria moda l’uncinetto, rendendo le donne dell’epoca le stiliste di loro stesse: guanti e piccoli accessori fatti in casa diventavano la norma.

    Gli abiti femminili degli anni ‘40, dalle sale da ballo a Dior

    Per i motivi sopracitati i temi militari diventavano così parte integrante dei guardaroba di tutti, rendendo i tailleur con le spalle larghe un nuovo standard e accantonando definitivamente i dettagli barocchi del decennio precedente! Anche i pantaloni venivano finalmente sdoganati anche per le donne, considerato che molte di essere avevano iniziato a lavorare in fabbrica ed erano costrette a muoversi in bicicletta. Anche le gonne cambiavano considerevolmente, accorciandosi fino a sfiorare le ginocchia: non certo per comodità, quanto invece per evitare di sprecare prezioso tessuto. Sul finire del decennio nasceva poi il New Look di Christian Dior: proprio nel 1947, infatti, il celebre stilista francese gettava le basi per un nuovo rinnovamento, che nel giro di pochi anni avrebbe trasformato la sobrietà e l’austerità degli anni ‘40 in un lontano ricordo.

     

    Ma come ci si vestiva, quindi, per uscire, divertirsi e andare a ballare lo swing in quel periodo?

    Ovviamente le regole austere di cui sopra si allentavano e ci si poteva permettere di rispolverare un bel chemisier intero, abito perfetto per essere il più comode possibile! Nei balli come il Lindy Hop la flessibilità è fondamentale, per cui un vestito lungo e stretto in vita doveva anche essere adeguatamente elastico; chi non ne possedeva uno, generalmente indossava una semplice camicetta abbinata ad una gonna a portafoglio.

     

    Gli accessori avevano a loro volta una certa importanza: proprio nel corso di quegli anni le borse a tracolla diventano popolari, in quanto le si poteva portare senza occupare le mani; chi poteva permetterselo, non di rado sfoggiava borse in pelle di coccodrillo e similari (spesso infatti il cuoio veniva requisito a fini bellici). Anche i cappelli nel corso degli anni ‘40 erano molto indossati ed apprezzati: spesso realizzati in casa, la fantasia era l’unica parola d’ordine ed il tocco di mistero ed eleganza in più veniva conferito da una retina crochet oppure dai bei fiori finti realizzati in stoffa!

     

     

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    Orologio da parete vintage: la tua stanza con un tocco retrò

    1024 693 admin

    Il passato non è affatto morto, anzi non è nemmeno passato!“.

    E’ questa una delle frasi emblema del film di Woody Allen “Midnight in Paris”.
    E se ci pensiamo attentamente, è un po’ la spiegazione ad ogni nostra azione. Il passato, non è affatto un periodo di tempo iniziato e finito lì: il passato è il motore di tutte le cose, di quelle presenti e di quelle future. In fondo la vita non è altro che un cerchio, e così come Allen ci insegna nel suo film, tutto si ripete.

    Vivere nel presente pensando al passato è una cosa che ci è sempre piaciuta, è insita dentro di noi ed è una condizione imprescindibile dell’essere umano. Basti pensare alla moda, che ogni anno riprende outfit e stili abbandonati. O basti pensare all’arredamento, quell’elemento identificativo di ogni persona attraverso cui si vuol rendere l’atmosfera casalinga confortevole ed accogliente apportando il proprio tocco personale.
    Tra tutti gli stili di arredamento, regna immortale lo stile vintage, con tutto il suo corredo a tema. E tra tutti gli oggetti che rendono una casa old style, non potrebbe mancare un orologio da parete vintage.

     

    Potrebbe interessarti anche: come arredare la casa in stile anni ’50

     

    Che cos’è un orologio da parete vintage?

    Chiunque abbia deciso, quindi, di effettuare questo ritorno al passato e sia alla ricerca di accessori per decorare casa in stile retrò, non può non ricercare il perfetto orologio da parete vintage.
    Un orologio del genere è un must have e può rappresentare la soluzione giusta per arredare le stanze della propria casa, donandogli un effetto elegante e originale. Questo tipo di orologio, inoltre, si basa sulla versatilità, nel senso che può adattarsi a qualsiasi tipo di contesto: camera da letto, cucina, soggiorno, sala da pranzo, e addirittura bagno, o in ufficio. Ad ogni ambiente il proprio tocco di classe.

    Affinché si rispetti lo stile, per rendere una casa completamente a tema, ma anche per aggiungere qualche oggetto decorativo qua e là a lavoro, bisogna informarsi bene sulla vasta gamma di prodotti tra cui poter scegliere su Shop Vintage come per esempio un bel giradischi vintage per ascoltare i vostri vinili.
    Riporteremo, qui di seguito, un elenco degli orologi vintage da parete, sperando di accompagnarvi e aiutarvi nella scelta affinché possiate trovare l’orologio che fa per voi.

    Le varie tipologie di orologi da parete vintage

    Le tipologie sono davvero svariate, a partire dagli Anni ’20 fino agli Anni ’70, sono disponibili riproduzioni originali dell’autenticità di quei periodi.

    Primi anni del ‘900 – Anni ’40. Come per esempio gli orologi da parete vintage bifronte, quelli tipici delle stazioni londinesi in epoca vittoriana. Oggigiorno è sempre più facile trovare nelle case questi orologi vintage, realizzati in ferro battuto, inchiodati al muro lateralmente in modo tale da permettere una leggibilità bifrontale. Spesso si trovano in numeri romani.
    Più avanti negli anni, poi sono stati creati quegli orologi vintage composti da una struttura in mogano, sempre in numeri romani, che hanno dominato le case o le taverne inglesi dagli anni ’20, fino alla fine dei ’40.

    Anni ’50. Verso gli Anni ’50, lo stile variò di gran lunga. Le riproduzioni che abbiamo oggi rispecchiano degli orologi in metallo, spesso decorati da grafiche rappresentanti immagini o scritte tipiche delle tavole calde americane.

    Anni ’60. Gli orologi da parete vintage che riproducono lo stile degli Anni ’60, spesso e volentieri li si possono trovare con il marchio della Coca-Cola. Sempre ruotando attorno al marchio della bevanda più bevuta al mondo, si possono trovare svariati modelli, in diversi colori e decorazioni.

    Orologi a pendolo e a cucù. Questa è proprio una categoria a parte che non può rientrare in nessun’epoca specifica perché è considerata “intramontabile”. Stiamo parlando degli orologi a muro sia a pendolo che a cucù. Si tratta di orologi evergreen per tutti quelli che sono amanti dei ritorni al passato. Questi che, con un semplice pendolo che dondola, o con un piccolo uccellino che sbuca allo scoccare dell’ora, riescono a portarti indietro nel tempo.

     

    Come scegliere un orologio da parete vintage

    Com’è normale che sia, quello che ti servirà per scegliere un orologio da parete vintage sarà un insieme di cose. Stile, quadrante, materiali: sicuramente è una scelta molto personale ma, Shop Vintage ti accompagnerà nel suo mondo, aiutandoti a capire qual è l’orologio che ti piace di più.

    Caratteristiche. Una volta compreso il giusto stile retrò che si vuole apportare in casa o in ufficio, bisogna capire se si preferisce un quadrante tondo, rettangolare o quadrato. Sempre inerente al quadrante, sono i numeri: questi si possono trovare in numeri arabi o romani, talvolta, anche senza numeri.

    Per quanto riguarda i materiali, solitamente gli orologi da parete vintage, li si trova:

     

      • in plastica, spesso con una tinta di colori accesi, e preferibilmente da posizionare in cucina o in bagno, ma anche in ufficio;
      • in legno, con possibilità di trovarli in mogano o con delle decorazioni floreali stampate, da mettere nel salotto o nella sala da pranzo;
      • in ferro battuto, tipici degli orologi da stazione, che sono perfetti sia per cucine o salotti, sia come orologi da ambienti esterni.

     

    Dimensioni e lancette. Altri due piccoli particolari da non sottovalutare, affinché si possa fare la scelta giusta, sono le dimensioni e il movimento delle lancette.
    Forse non ci si pensa ma anche le dimensioni possono interferire sulle vostre scelte: un orologio più grande inciderà anche sull’estetica, sulla quale avrà di certo un impatto differente. Elementi così grandi sulle pareti spoglie, non possono che renderle più eleganti. E per gli amanti del vintage più accaniti, laddove poi, dovesse rimanere altro spazio, potrete decorare il vostro orologio attorniandolo di foto e quadri, sempre in stile retrò.

    Per quanto riguarda le lancette, oltre alla loro forma che può variare, esistono anche quelle con il movimento silenzioso al quarzo a secondi continui. Si tratta di lancette il cui movimento è impercettibile al passare dei secondi, a differenza degli orologi classici, il cui tempo scandito secondo per secondo, può anche dar fastidio.

     

    Acquistare o no un orologio da parete vintage

    Tornando a noi, siamo riusciti a fare un excursus approfondito su quelli che sono gli orologi da parete vintage, quante tipologie esistono e come funzionano.
    Quello che adesso si deve capire è la vostra esigenza. Consapevoli del fatto che, quello degli orologi old style sia un mondo così vasto da poter accontentare qualsiasi gusto o preferenza, bisogna definire le vostre necessità. Inserire un orologio vintage nel vostro corredo di arredamento potrebbe non essere cosa facile.

    In realtà non è così: acquistare un orologio da parete vintage non può che apportare il giusto tocco creativo, adattabile ad ogni ambience. Shop Vintage ci dà proprio la possibilità di farci fare, ogni tanto, quel tuffo indietro nel tempo per ricordarci che, come dice Allen, il passato non è morto ma anzi, non è neanche passato.

     

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    Giradischi vintage e vinile? Il miglior modo di ascoltare la musica

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    Tornati alla ribalta da più di un decennio, il giradischi e i vinili risuonano sempre più frequentemente nelle nostre case, come strumento per ascoltare della buona musica ma anche per arredare la casa dando un tocco di stile vintage, come per esempio appendere un bell’orologio vintage in salotto. Ti ricordi il primo disco che hai messo su? E quella sensazione quando hai ascoltato Let it Be per la prima volta? Ad essere di moda non sono solo i pezzi del passato, gli intramontabili, ma anche il mondo vintage, la moda anni Sessanta e Settanta. E se ci sei cascato anche tu, o hai rimesso in piedi “l’amplificatore di papà”, hai tante buone ragioni.

    Storia del vinile

    Lo sapevi che nel 2019, negli Stati Uniti, la vendita di dischi in vinile ha superato quella dei compact disc? Non succedeva dal 1986. Lo stesso anno in cui i Queen suonavano “Who wants to live forever” e questo non puoi non saperlo. Ma da quel momento, la musica dal “piatto” venne considerata anacronistica, scaduta. I cari vecchi vinili se ne andavano a fare un giretto in garage, abbandonati per qualche decennio. Negli anni Novanta l’industria musicale mise in campo strumenti e mezzi per rendere tutto più smart, verso una dimensione compatta. Arrivarono gli mp3, poi gli Ipod, poi la musica in streaming. E addio a quei mastodontici e immancabili pezzi di arredamento d’una volta!

    Tornano le mode perché si continua ad adorare il passato. Alla ricerca di un nuovo che sia anche rassicurante. Di un nuovo che non spaventi. E così come i pantaloni a zampa d’elefante, anche la musica suona retrò. Nei negozi e online i giradischi tornano in vetrina e tra il nuovo e il vintage c’è l’imbarazzo della scelta!

    Perchè ascoltare la musica con il giradisci?

    C’è da dire che con il giradischi l’ascolto torna autentico, originario. E il gesto si fa’ ritualità. Non è forse vero che per mettere un disco c’è bisogno di un silenzio assoluto? E in quel rito, sfrutti il tatto. Concentri tutta la tua delicatezza in quel gesto semplice. Afferri il disco dai lati, cerchi di essere preciso. Trattieni il fiato e dopo pochi secondi, la puntina tocca la superficie, stacca. Quando il suono si diffonde, puoi concentrarti su quello strumento, ora su quell’altro. Capire come suona, quando si ferma, quando cambia. Con i dischi in vinile, la rivoluzione sensoriale è nel gesto. Non basta la gentilezza con cui lo accosti al piatto. Non basta l’indice a indirizzare la puntina. Hai bisogno di sperimentare tutti i sensi. E con un buon giradischi puoi farlo.

    C’è un suono impercettibile che è il vuoto. Quando tutto tace. Ad alcuni, quel silenzio, fa fischiare le orecchie. E per mettere un disco devi aspettare quel silenzio. È pazzesco quanto vero! Una buona regola per ascoltare un disco è decidere di lasciarsi andare, nel flusso delle cose. La frenesia, la corsa, il fare, puoi metterli in pausa. Le preoccupazioni, le soluzioni da trovare, i tuoi dubbi possono richiudersi in un angolo del tuo cervello. Off.

    Sei tu e il tuo giradischi. Se avvicinerai l’orecchio al piatto lo sentirai suonare ancora prima che si diffonda. E l’esperienza, garantita, è che con i dischi in vinile l’ascolto è unico. Basta un granello di polvere o un graffio a cambiarne le vibrazioni. Ma la differenza è che tu sei presente, vedi il cambiamento. Con l’olfatto sperimenti a che gioco giocare. Guardi su quella mensola e, a un primo momento, non distingui i titoli, sono indivisibili. Hai scelto la prima traccia: determinerà l’armonia che vuoi creare e guiderà il tuo ascolto. Con istinto, a naso, ne estrai uno.

    Il valore di un disco in vinile

    Mai come ora, con i social e il web 3.0, abbiamo bisogno di vedere le cose. Scegliamo tra le copertine. Scorderai mai il dirigibile bianco di Led ZeppelinI? Il bello è che a quel dirigibile tu associ la Fender Telecaster con cui Jimmy Page suonava “Good Times Bad Times”. L’immaginazione spalanca davanti a te scenari epici e in un secondo ti ritrovi sotto il palco di Woodstock a sorseggiare birra con un una californiana con le trecce. Ma no, in realtà sei in camera tua. E il gatto ti guarda pure un po’ male.

    Con i dischi in vinile, le copertine restano un elemento importantissimo. Da sempre nascondiglio di giochi illusionistici e psichedelici, le copertine maxi sono il covo perfetto di messaggi subliminali e matrioske di effetti speciali. Solamente nell’ultimo disco “BlackStar”, considerato il suo testamento, David Bowie ha fatto inserire più di dieci messaggi criptati da scoprire sotto luci differenti. Ti sorprende?

    Seconda traccia. Che tu sia sdraiato sul tappeto davanti al giradischi o rannicchiato su una poltrona, quando il disco suona, non pensare a niente. Lascia che i suoni invadano lo spazio che ti circonda. Aspetta di ottenere good vibes e fai quello che più ti piace. O non fare niente. A volte, è una questione di tatto. A volte la musica, la puoi sentire: nell’aria, nel fumo che esce dalla tua sigaretta o nei bassi che fanno vibrare il pavimento. Se ti concederai un’ora di tempo ad ascoltare il tuo giradischi suonare, ci troverai un gusto ogni volta diverso. Fallo, sperimenta e inventa combinazioni di dischi. Se ci accompagni un bicchiere di scotch, sei al top trend.

    La musica ci piace così com’è. Libera da forme e da supporti, pura nel veicolare emozioni universali. Se sei un fan del disco in vinile o stai decidendo di comprare un giradischi, le tue orecchie ti ringrazieranno. Certo, non è un’opera a bassissimo costo. Per gli amplificatori e i giradischi, sia vintage che moderni, puoi cercare online! Moltissimi sono affidabili e prevedono garanzie. E da quando il mercato dei dischi in vinile è in crescita, non è più difficile trovare nella tua città mercatini, fiere dell’usato, librerie fornite di lp e persino di 45 giri. Dal nuovo all’usato, i prezzi variano ma non mancano le promozioni. E su alcuni siti web, puoi valutare i tuoi dischi in vinile e scoprire se hai in casa un diamante prezioso o un’edizione limitata rara!

     

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    Ed è per quei segni incisi che la bellezza del disco la trovi tra le sue radici. Perché la musica si vede bene nei solchi e la puoi riconoscere. Una traccia più lunga, una più corta, l’altra meno complessa. È tempo di dargli una chance e tirare fuori quegli scatoloni dalla cantina. A tornare di moda non è solo la sicurezza del passato e dei vecchi valori, ma il bisogno di condividere. Come quando si aveva un solo televisore in casa e si invitava tutta la scala per vedere le notizie. La musica fa questo. Unisce e molto di più, sprigionando un calore unico. Un calore che va al di là dell’umano e che riesce, con effetti impalpabili, ad arrivare ovunque.

     

    Giradischi anni ’60

    Un giradischi che ha un grande look vintage ed elegante.
    Ha degli speakers interni che ti permettono di usarlo senza avere un impianto audio.
    Ha anche uscite AUX STEREO per poterlo collegare ad altri diffusori acustici.
    La puntina è sostituibile in caso di usura e il fatto che lavora con 3 velocità (33/45/78 giri) lo rende molto versatile.

    Buon compromesso qualità-prezzo

    Giradischi anni ’50

    Un giradischi che ha due funzioni: arredare e ascoltare della buona musica in vinile. Davvero un ottimo prodotto, bello da vedersi e da ascoltare.  La puntina è sostituibile in caso di usura e il fatto che lavora con 3 velocità (33/45/78 giri) lo rende molto versatile. Ha la presa AUX che permette di collegare il proprio telefono, tablet e pc. Puoi ascoltare anche la tua musica da spotify tramite collegamento Bluetooth.
    Può esser utilizzato sia con i piedini che senza, nel secondo caso può essere facilmente trasportato tramite maniglia, visto che è a tutti gli effetti una valigetta. Molto facile da montare.

    Ottimo rapporto prezzo-qualità.